giovedì 9 luglio 2009

UBI SPIRITUS, IBI LIBERTAS!

Credo fermamente che lo Spirito Santo voglia fare tanto, ma che non ci riesca per colpa della nostra incredulità, per colpa dei nostri schematismi, delle nostre regole e contro-regole pastorali: è mio, è tuo, fin qui, fin lì, non hai l’etichetta, non sei DOC, DOP… Povero Spirito Santo! Ma benedetta la Sua instancabile ostinazione! Sì, benedetta perché troverà sempre un modo nuovo per far breccia da qualche parte… magari nei cuori di chi non ha le credenziali migliori… di chi è sopra le righe o fuori dal coro parrocchiale o del Rinnovamento… di peccatori… di poveri… di deboli… Questa ondata di piena che avanza, piena di vita nuova, a cui noi opponiamo tante piccole dighe… Ma benedetta la Sua potenza! La Sua forza! Io so che lo Spirito Santo è sovrano, libero, incredibilmente audace e sfacciatamente fantasioso… e si farà strada, si farà strada, travolgendo intere città, regioni, continenti… a partire dalle periferie… dalle case di emeriti sconosciuti… dalle chiesette di qualche prete di montagna… accendendo qua e là fuochi… facendo sgorgare qua e là sorgenti d’acqua pura… che tanti si affaticheranno a spegnere… ma quando ne spegneranno una, lo Spirito Santo ne farà sgorgare dieci… e quando ne spegneranno dieci, se ne accenderanno cento… perché questi sono i tempi benedetti della Nuova Pentecoste… una nuova effusione sta accadendo nel mondo, una rinnovata unzione per tutti i cristiani disposti a lasciarsi travolgere dall’AMORE DIVINO, dal FUOCO di DIO… e gli ultimi che se ne accorgeranno saranno i primi, i primi della classe, i primi di tante Chiese, di tanti gruppi, di tanti movimenti, di tanti partiti… Signore, tienimi ai margini, tienimi sul confine, tienimi sull’alto del monte per vedere e gridare tra i primi che finalmente la Tua gloria ridiscende su Gerusalemme… AMEN! AMEN! ALLELUIA!!!

mercoledì 1 luglio 2009

Suggerimento

“Abbi l’umiltà di chiedere e la pazienza di attendere. Le sorprese dello Spirito non sempre fanno rumore. Credimi, Io ascolto, sempre, ma non imbrogliare le carte con la tua voglia di vedere i risultati. Prega e sii certo della Mia azione. E lodami sia che le manifestazioni sensibili ci siano, sia che non ci siano. Io agisco nei cuori. Chiedi ma senza immaginare la risposta. Chiedi, ma senza pestare i piedi. Lascia che lo Spirito sia veramente sovrano, in te, attraverso di te. Spogliati di tutto anche quando preghi, spogliati di ogni fantasia…”

Solo l'amore è credibile

Durante la recita del S. Rosario, mentre meditavo il primo mistero glorioso, la mente si è stranamente fissata sull’incarnazione di Gesù e in particolare sui Suoi primi anni di vita: l’ho immaginato tra le braccia di Giuseppe mentre si lasciava coccolare, mentre rideva o gli prendeva la faccia tra le Sue manine o la barba. Mi son domandato il perché di tutto questo: perché Dio, l’unico Dio, Colui che ha creato un universo sterminato, ha scelto questo pianeta di serie Z per farsi uomo? L’unica risposta che mi è venuta in mente, l’unica plausibile e credibile, è questa: PER AMORE. Dio è innamorato di noi, di me. Soltanto questo amore folle l’ha spinto a farsi uomo, uno di noi. Ha voluto farsi uomo per godere dell’amore umano: dell’amore di una donna e di un uomo, dell’amore di parenti e amici, dell’amore di poveri e di ricchi, peccatori, di santi e di angeli, di creature. Mentre pensavo a questo amore umano mi sono detto che soltanto in Paradiso noi e Lui godremo reciprocamente di un amore perfetto, senza più alcun limite. Sulla terra, invece, tutto è così meschino, limitato, inquinato, transitorio, debole, soggetto a fughe e ritardi. Eppure Gesù lo sapeva e lo sa che il nostro modo di amare è così: proprio per questo ha effuso il Suo Sangue e per questo ha donato il Suo Spirito, per purificare tutto, riparare tutto, ricostruire, rinnovare sempre tutto da capo. Non c’è peccato che tenga, non c’è meschinità che ostacoli, non c’è ritardo che possa impedire a Gesù di amarci e di trovare nuovi modi di perdonarci e di godere del nostro amore. E quanto grandi ai Suoi occhi sono i nostri SI!

lunedì 13 aprile 2009

Una legge dello Spirito

Dipendere dallo Spirito Santo: ecco l’essenziale di ogni cammino spirituale, la vera libertà che il mondo ci invidia, ci deve invidiare. Scoprire l’onnipresenza dello Spirito Santo, il Suo precedere, il Suo esserci nell’attimo presente, dentro e fuori di me, il Suo accompagnare, il Suo instancabile, sereno, limpido, luminoso operare: non c’è inquietudine in Lui, non c’è forzatura, non c’è preoccupazione, ma tutto scorre lento e maestoso, lento e potente, come un fiume tropicale gonfio di acque, che feconda tutto, che niente può arrestare, la cui forza è incredibile, la cui bellezza è semplice, umile, limpida, appagante, pacificante. Lo Spirito Santo è presenza che invade, che entra, che permea, che penetra, che impregna, ma rispettando in maniera profondissima la libertà di ogni cuore, muovendosi in noi e intorno a noi con un’assoluta discrezione, un rispetto assoluto dei tempi e dei modi di ogni persona, adattandosi a lei, al suo passo. Lo Spirito Santo chiede che Lo si invochi, anche con forza, con perseveranza, ma poi ama stupire, ama fare sorprese, imprevedibile e fantasioso, divino e umile al tempo stesso, così famigliare, così intimo, e così “altro”, totalmente altro, così piccolo e così grande. Di Lui ne intuiamo i movimenti, ne avvertiamo il passaggio, ne gustiamo la presenza, ne vediamo i frutti, ma nessuno può dire di conoscerLo perfettamente: ci afferra, Lo tocchiamo, Lo afferriamo, ma poi ci porta sempre oltre, è sempre oltre. Presenza abituale, quotidiana, eppure sempre nuova, sempre in movimento, sempre serenamente ottimista, sempre pronta a farti fare un passo in più, come un enorme gigante buono che ti tiene nelle Sue mani. Tutto sulla terra è così piccolo, fragile, sporco, a volte meschino: ed è così che conosciamo Dio, in modo comunque imperfetto, impreciso, incompleto. Di Lui sappiamo ciò che Lui stesso ci ha detto. Di Lui possiamo godere ciò che Lui stesso ci ha donato e ci dona. Ma la pienezza senza filtri e senza fine, la meravigliosa pienezza, sarà solo in Paradiso.

venerdì 13 marzo 2009

Due pensieri

Il primo pensiero riguarda la Quaresima. Onestamente ne sono abbastanza allergico. O meglio, sono allergico ad un'interpretazione della Quaresima che, secondo me, non ha nulla a che vedere con la fede cristiana. Mi spiego. Perchè quando inizia questo Tempo Benedetto, improvvisamente si assume un tono - mi verrebbe da dire una lena - da funerale??? Dove sta scritto che l'ultima parola sulla vita di Cristo ce l'ha avuta la Croce??? Dove sta scritto che l'ultima parola sulla nostra vita ce l'avrà la Croce??? E ancora: dove sta scritto che la sofferenza ci salva? Da cosa? Da chi? No, no, no, niente di più falso!!! Gesù ci ha già salvato con la Sua morte e risurrezione!!! Smettiamola di dire che la sofferenza ci redime!!! Non è vero!!! Non è vero!!! Soltanto la fede ci salva, se per fede intendiamo il fidarsi e l'affidarsi a Gesù, UNICO Salvatore... Provate a dire a gente che sta male, che ha poca fede o nemmeno quella, che il Signore le è vicino e che la sta salvando attraverso quel dolore... tanta manna se non vi bestemmia in faccia!!! Non è vero, non è vero... la sofferenza senza la certezza della Risurrezione è soltanto disperazione... Di qui allora nascono altre domande: che ne è dei cristiani nei luoghi di dolore? Che ne è dei cristiani là dove un fratello o una sorella che soffre? Dove sono i cristiani che annunciano la consolante certezza di un Dio che ama, di un Salvatore che è morte sulla Croce proprio per me, che è risorto per me, che ha effuso lo Spirito per me... Dove sono???
Il secondo pensiero nasce rileggendo la storia del movimento carismatico mondiale. Tutto è nato dalla fede coraggiosa, audace, sfacciate di pochissime persone, pochissime... Da dove sono partite? Dalle promesse di Gesù: CHIEDETE E VI SARA' DATO. Cos'hanno fatto? Quello che aveva detto Gesù: PREGATE SENZA STANCARVI. Cos'hanno ottenuto? Quanto detto da Gesù: LO SPIRITO SANTO. E allora mi dico: perchè lamentarsi??? Perchè rinfacciare al buon Dio che non succede nulla??? Ma io sto facendo quanto ha detto??? Matteo, cosa puoi fare per la tua famiglia, la tua scuola, la tua parrocchia, la tua città? Sali sul monte, stai sulla breccia davanti a Dio e non darGli tregua, finchè non vedrai scendere il Suo fuoco dal cielo... Questo sono chiamato a fare ORA. E se siamo molti a chiedere la stessa cosa, i tempi di Dio si faranno molto brevi. Amen!

martedì 6 gennaio 2009

Questo è il tempo delle Parole, non ancora dei fatti compiuti; è il tempo dei Segni, non ancora della pienezza; della fede, non ancora della visione; dell’attesa, non ancora del compimento.
Gesù, appeso alla Croce, ricordava al proprio Cuore le promesse d’amore, di predilezione, di protezione e di salvezza del Padre… smentite però dalle sofferenze che viveva… eppure ha continuato ad osare, ha perseverato fino alla fine, tacendo la propria umiliazione, urlando il proprio dolore, sussurrando al Padre, nel buio più cieco, la propria fedeltà e il proprio affidamento, la propria fede… SOLTANTO DOPO la morte è venuta la risurrezione, dopo l’umiliazione, la gloria, dopo la sconfitta, la vittoria! Questo è il nostro compito di credenti, di cristiani, di sentinelle: dobbiamo tenere accesa la fede del mondo, dobbiamo tenere alta la sua speranza! Pur vivendo, come tutti, la tragica realtà del peccato, della sofferenza, della morte, dobbiamo donare alla Terra la prospettiva – che non conosce – del Cielo: la risurrezione di Gesù e “la caparra” dello Spirito Santo offrono ad ogni uomo l’opportunità della vita nuova, della vita eterna. A noi è stato fatto dono di questa visione dall’alto. Di qui il senso primo ed ultimo della lode e dell’intercessione: sono l’espressione della certezza che tutto è disposto “con misura, calcolo e peso” dall’Amore, che “tutto” – per quanto assurdo possa sembrare – “concorre al bene di coloro che Dio ama”.
Dio ci ha messo su torri di guardia, da cui dobbiamo ripetere in tutti i modi possibili (con le labbra chiuse, sussurrando, gridando, cantando, insegnando, ridendo, piangendo, vivendo, morendo) e senza stancarsi: “Credo, Signore, al Tuo amore per me! Credo, Signore, che la Tua misericordia sia più grande di ogni peccato e più forte di ogni tentazione! Credo, Signore, che la Tua potenza sia più forte della morte e dell’inferno!”. E paradossalmente noi stessi saremo “umiliati” dal peccato, dalla sofferenza e dalla morte: ma non ci potranno trattenere! Noi moriremo sul campo di battaglia, ma con la certezza d’aver già vinto la guerra! Dio ci sta chiedendo di cantare la vittoria mentre tutto sembra perduto: eppure a noi ha fatto dono, come all’apostolo Giovanni nell’Apocalisse, di vedere e di sentire come andrà a finire ogni storia, tutta la storia! E per quanto il male ci faccia piangere e disperare, ha le ore e i minuti contati! Noi vediamo e udiamo, per questo parliamo e non possiamo non parlare! E proprio per questo il mondo e il demonio se la prendono con noi – con la permissione di Dio: perché noi alimentiamo la fede e la speranza del mondo, attestiamo con le nostre preghiere, il nostro modo di pensare, di servire, di amare, di vivere, che Dio non mente. Se noi tacciamo, chi parlerà?